Non c’è Natale senza un buon passito a tavola

Non c’è cena o pranzo, durante il Santo Natale, che non si chiuda, dopo il dolce, con un bicchiere di passito. Un vino da dessert e da piatti decisi, che nulla ha da invidiare ai più famosi portoghesi. Un vino che è possibile abbinare con gusto ai biscotti secchi mandorlati e ad alcuni dolci particolari. Un vino importante, insomma, come testimonia anche la sua storia.

Storia del passito

Il passito comincia a salire agli onori delle cronache quando il generale cartaginese Magone, 200 anni prima di Cristo, giunto nell’isola di Pantelleria, ne descrisse dettagliatamente tutto il sistema di realizzazione.

Oggi la sua produzione viene portata avanti secondo un disciplinare molto rigoroso, che impone, tra l’altro, che tutto il processo si sviluppi sull’isola, dalla coltivazione delle uve alla vinificazione, compreso il periodo di appassimento delle bacche e la stessa tappatura in bottiglia.

La Vite ad Alberello di Pantelleria, nel 2014, è stata dichiarata dall’Unesco come Bene immateriale dell’Umanità, e come tale, protetta da comportamenti incivili e disastrosi. La sua coltivazione, a portainnesto basso, una tipologia definita “marsalese” e la configurazione scoscesa del terreno a terrazze dove la vite viene piantata, costringono chi la lavora ad una fatica tre volte superiore, rispetto ad una normale vigna, tanto da averle fatto meritare l’appellativo di “eroica”.

Due passi nella terra del Passito

Per quanto le uve del tipo “zibibbo” si coltivino un po’ ovunque, soprattutto al sud-Italia, quelle destinate al passito crescono esclusivamente nell’isola di Pantelleria.

Un’isola da visitare, almeno una volta, anche se puoi trovare vero vino passito di Pantelleria di qualità su Tannico, con una semplice ricerca da smartphone e portare nella tua tavola imbandita l’essenza della terra di Sicilia.

Una terra magica, dai colori intensi, sia il cielo che il mare, dove il verde punteggia panorami brulli e assolati, costellati dai dammusi, le abitazioni caratteristiche del luogo. Una terra nella quale il terreno d’estate arriva quasi a spaccarsi, costringendo ogni alberello a produrre al massimo un chilo e mezzo di uva.

Bacche il cui grado zuccherino è sempre molto alto, sia perché la terra è povera d’acqua, sia perché il sole brucia.

Gli abbinamenti possibili

Niente è meglio dei biscotti secchi per accompagnare un buon bicchiere di passito di Pantelleria, da quelli farciti con le mandorle, ai “San Martinelli”. Dei biscotti duri che i panifici, in Sicilia, sfornano in quantità per festeggiare San Martino, e la sua estate fuori stagione, insieme al vino appena spillato.

C’è un dolce caratteristico, poi, che fa parte delle ricette della Pasticceria Svizzera e Siciliana, che si abbina al passito perfettamente, ed è la Cassata Siciliana, ricca di ricotta fresca, pasta di mandorle, e frutta candita.

Infine, il passito fa una splendida figura anche con i piatti forti e i gusti decisi delle carni grasse e dei formaggi piccanti.

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